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Libri Santuario "P"

Il Santuario > Pompei tra Cronaca e Storia > Libri del Santuario

*1° Centenario della Cappella della Madonna delle Grazie  

Un volume per il 1° Centenario della Cappella della Madonna delle Grazie
Di: Anna Maria Avino

Il 23 giugno, nel salone della Parrocchia S. Giuseppe, a cura del Parroco e del comitato dei festeggiamenti della Cappella Madonna delle Grazie, alla presenza di un nutrito pubblico, è stato presentato il volume di Anna Maria Avino che tratta della storia, del culto e delle tradizioni di quella Cappella.
Il volume, ha detto Don Pasquale Mocerino, costituisce un nuovo contributo alla ricerca storica sulla realtà pompeiana dei primordi e vuole rappresentarsi oggi con il suo puntuale contenuto di testimonianze come fattore di coesione spirituale e sociale nella realtà parrocchiale dove al
succedersi delle generazioni, si ripresenta il ruolo delle "memorie" e si consolida il filo conduttore che dai luoghi di preghiera emana per la promozione dell’uomo.
Da una storia di Marianità, non tanto lontana, peraltro, che si muove di paro passo con tutto il provvidenziale organigramma disegnato da Bartolo Longo, si possono recuperare filoni ancora oggi significativi. È un segmento della storia della Pompei Mariana, ha insistito con evidente entusiasmo Don Pasquale Mocerino, che ci permette di comprendere il disagio spirituale che gli indigeni della zona avvertivano quando, durante l’inverno, non avevano ancora un luogo raggiungibile per aprirsi al trascendente.
Chiara, quindi, la connotazione sociale della pubblicazione là dove è stato necessario reperire i documenti scritti e le prove raccolte dalla viva voce di coloro che hanno assunto in famiglia i particolari della vicenda della Cappella.
In quella collinetta, secondo un primo "piano regolatore" avrebbe dovuto sorgere il Cimitero di Pompei; poi Don Bartolo preferì lasciare il segno della cristianità e della società, operanti, coniugate nella tradizione dei momenti comunitari e nelle ricorrenze straordinarie. La Cappella celebrerà il 20 ottobre 1995 il 1° Centenario della benedizione e come sempre i residenti si apprestano a festeggiarlo seguendo un itinerario spirituale tracciato dall’Arcivescovo Monsignor Francesco Saverio Toppi nella lettera pastorale "Con Maria verso il 2000".
In questa prospettiva assume tutto il suo rilievo il movimento di partecipazione dei fedeli di S. Abbondio come ai vecchi tempi; secondo un’ottica legata all’aggiornamento e alla valorizzazione della spiritualità mariana – che è segno distintivo di tutta Pompei – si muove il Comitato festeggiamenti della comunità parrocchiale S. Giuseppe.
La pubblicazione del libro della dottoressa Avino è una delle testimonianze culturali a sostegno del progetto complessivo pastorale di Pompei.
"All’uomo contemporaneo, non di rado tormentato tra l’angoscia e la speranza, prostrato dal senso dei suoi limiti e assalito da aspirazioni senza confini – scriveva Paolo VI nel Marialis Cultus, n. 94 – turbato nell’anima e diviso nel cuore, con la mente sospesa  dall’enigma della morte oppresso dalla solitudine mentre tende alla comunione, preda della nausea e della noia, la Beata Vergine Maria, contemplata nella sua vicenda evangelica e nella realtà che già possiede nella città di Dio, offre una visione serena e una parola rassicurante: la vittoria della speranza sull’angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte".
Un passo molto significativo che il libro sulla Cappella riporta in copertina e che indica il percorso, senza soluzione di continuità, avviato da Bartolo Longo che si muove con il Rosario tra le mani, recitato e vissuto nella comunione del popolo di Dio e nella letizia che ne può derivare sul piano spirituale e sociale.

(di: Luigi Leone)

*Primo contributo alla topografia del suburbio pompeiano
(di: Angelandrea Casale, Angelo Bianco)

*Pensieri sul Rosario (Dagli inizi del secondo millennio ad oggi)

Edizioni Santuario di Pompei, 2003, €uro 2,50

La Lettera Apostolica "Rosarium Virginis Mariae" si chiude con un accorato appello di Giovanni Paolo II a tutti i membri della Chiesa perché il suo invito a riscoprire il Rosario e a riprendere la Corona tra le mani "non cada inascoltato". I vescovi, i sacerdoti, i diaconi e tutti gli operatori pastorali, in modo particolare, sono sollecitati a sperimentare personalmente la bellezza del Rosario per diventarne convinti e accurati promotori (ivi, 43).
A questa opera di attenta azione promozionale è dedicato questo opuscolo che, con una ampia ed
efficace retrospettiva, documentata l’amore sincero che la tradizione ecclesiale ha avuto verso la più popolare preghiera mariana.

L’Autore, il Rogazionista Padre Leonardo Sapienza, addetto al protocollo della Prefettura della Casa Pontificia, ha inteso, infatti, proporre con questo volumetto un’antologia di testimonianze maturate sul pio esercizio e, in alcuni significativi casi, sul ruolo che la devozione mariana ha avuto nei percorsi spirituali individuali ed ecclesiali.
Trecentottanta pensieri costituiscono la proposta complessiva e paradigmatica di questa raccolta che, secondo gli auspici di Padre Sapienza, "può certamente aiutare a comprendere, a riscoprire e a rilanciare come merita il, Rosario… (che) resta una eredità santa, a cui il popolo cristiano non ha mai cessato di attingere forza e coraggio" (p. 4).

Le testimonianze coprono quasi tutto il secondo millennio. Iniziando da San Bernardo di Chiaravalle si arriva ai nostri giorni, fino al Pontificato di Giovanni Paolo II, con cui l’Autore apre giustamente il libretto. Settantuno citazioni dalla Rosarium Virginis Mariae esprimono non solo un doveroso ossequio al Santo Padre, ma una necessaria esigenza documentativa sul più recente documento pontificio in materia.
Insieme a Giovanni Paolo II vengono citati Paolo VI, Giovanni XXIII, Pio X, Pio XII, Benedetto XV e Leone XIII. La raccolta, tuttavia, comprende anche pensieri di Santi, Pastori, Teologi, Biblisti, Liturgisti, Scrittori, Poeti, Storici, Scienziati, Fondatori di Congregazioni religiose e Studiosi in genere.

(A cura di Lucio Giacco)

*Perfumes, unguents and hairstyles in Pompeii

"Profumi, unguenti e acconciature in Pompei Antica"
(di: Carlo Giordano, Angelandrtea Casale)

*Pompei - Cittadini Onorari

Autore: Luigi Avellino - Maggio 2001

"A BATOLO LONGO – PRIMO CITTADINO ONORARIO – APOSTOLO DELLA RINASCITA DELL’ANTICA VALLE DI POMPEI.
Nella ricorrenza dell’anno centenario dello scoprimento della Monumentale Facciata del Santuario di Pompei eretta con i voti del mondo per la pace universale. 5 Maggio 2001".

Apre con questa dedica il volume di Luigi Avellino, non nuovo ad interessanti e significativi studi di storia locale, passione che condivide con i fratelli Nicola e Mario.
La storia di Pompei è fatta di tanti accadimenti: piccoli fatti di cronaca e grandi eventi; di tante persone; cittadini, turisti, pellegrini e personaggi più o meno noti.
Di essa fanno parte e meritano un’attenzione particolare quelle donne e quegli uomini che hanno ricevuto, per meriti particolari, la cittadinanza onoraria.
Senza dimenticare Sr. Maria Letizia e Don Luigi Matrone, insigniti di medaglia d’oro, la prima, e di medaglia di bronzo, il secondo, come ci indica l’Autore, le persone che hanno ricevuto il riconoscimento di cittadini onorari, dalle varie Amministrazioni comunali, sono fino ad oggi, 14.
Di essi fanno parte il generale americano Mark Wayne Clark; Michael A. Musmanno, Governatore della zona meridionale della Provincia di Napoli durante l’occupazione alleata; Edgar Erskine Hume, capo del Governo Militare Alleato per la Regione Campania tra il 1943–1944; Amedeo Maiuri, Soprintendente alle Antichità e Belle Arti della Campania e Direttore degli Scavi di Pompei; Fr. Adriano Celentano, artefice principale della costituzione del Comune di Pompei; Antonio Segni, Presidente della Repubblica; Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari; Leah Rabin, testimone della straordinaria parabola umana e politica del marito Yitzak; Elisa Springer, ebrea sopravvissuta ai lager nazisti; e i Vescovi: Vincenzo celli, Roberto Ronca, Aurelio Signora, Domenico Vacchiano, Francesco Saverio Toppi, Delegati Pontifici del Santuario.
Grazie all’Autore per questo costante invito alla memoria storica.

(Autore: Avellino Luigi)

*Pompei - Frammenti di storia
Avellino L., Pompei. Frammenti di storia, The International Association of Lions Clubs, Distretto 108 Y, Pompei 1990.
Noi sentiamo per Pompei, oltre alla poesia di fede, un inestinguibile amore; vorremmo che i cittadini tutti, nativi e immigranti, formassero uniti una sola famiglia. Vorremmo che il nostro patrimonio religioso ed artistico fosse difeso e custodito gelosamente da ognuno di noi, come fedeli scolte (sentinelle) che mantengono e fanno rispettare una consegna".
Questa didascalia (p. 6) ci offre immediatamente le motivazioni che stanno alla base del recente lavoro del prof. Luigi Avellino, studioso e conoscitore di storia locale. L’Autore, che circa un decennio addietro aveva già pubblicato un altro volume: "I primi cinquant’anni del Comune.
Tra cronaca e storia", ha voluto così rispondere nel modo più opportuno all’iniziativa "Ama di più la tua città" dei Soci del Lions Club di Pompei.

Ma per amare bisogna conoscere. Ed ecco, allora, "I frammenti di storia": facciate, monumenti, lapidi ed iscrizioni, non più muti ma testimoni loquaci di una storia.
E qui il merito è tutto del prof. Avellino che, con il suo certosino lavoro di ricerca, ha ridato voce a questi "silenziosi testimoni" della storia di Pompei che il cittadino distratto o, purtroppo, ignorante, non riesce più ad intravvedere ed a cogliere nel loro valore storico ed educativo.
Ed è questo un ulteriore merito del volume che se ci stimola ad amare Pompei, ad ascoltarne il linguaggio, a ripercorrerne la storia, d’altra parte ci invita anche a capirne i significati, i valori, gli insegnamenti.
Ogni città, sembra ammonire l’Autore, può essere veramente una "città per l’uomo" nella misura in cui la comunità degli uomini diventi una società educante e nella misura in cui i suoi cittadini sappiano essere autentici interpreti dei valori umani e religiosi che ne hanno caratterizzato la storia.
Di questa sottolineatura siamo veramente grati al prof. Avellino.
Pensiamo, pertanto, che l’augurio più appropriato per questo volume sia che nel leggerlo ogni lettore ricordi il proprio status di cittadino e si adoperi affinché le città – non solo Pompei -  non siano solo dei dormitori o centri di affari, ma luoghi di incontro, di dialogo, di pacifica convivenza umana, di cultura e di promozione umana.

(di: Pasquale Mocerino)

*Pompei, la fondazione della Nuova Città

È questo il titolo del libro che il giornalista Raffaele Schettino, direttore del quotidiano “Metropolis”, ha dedicato alla storia della Nuova Pompei, fondata da Bartolo Longo. Nel corso della presentazione, tenutasi il 28 novembre nel Teatro Di Costanzo-Mattiello, l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, ha ripercorso le tappe fondamentali dell’opera del Beato a Valle di Pompei. Alla serata sono intervenuti l’Onorevole Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura; il Sindaco di

Pompei, Carmine Lo Sapio; il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Nella serata di giovedì 28 novembre, al Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, alla presenza dell’Onorevole Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, è stato presentato il volume “Pompei, la fondazione della Nuova Città”, opera del giornalista Raffaele Schettino, direttore del quotidiano “Metropolis”. È stata l’occasione per approfondire la figura del Beato Bartolo Longo, analizzata sotto l’aspetto non solo religioso, ma anche civile e sociale. «Pompei – ha rimarcato l’Arcivescovo Monsignor Tommaso Caputo, nel suo intervento – è una Città speciale soprattutto perché, fino al 1872, tutto quello che vediamo oggi nella Nuova Pompei, anche questo splendido Teatro, ma penso al Santuario, alle case operaie che oggi ospitano le comunità familiari che si dedicano all’accoglienza nel “Centro per il bambino e la famiglia Giovanni Paolo II”, agli edifici dei Centri educativi “Bartolo Longo” e “Beata Vernulla che potesse far pensare ad una città moderna.
Valle di Pompei non era altro che un territorio abbandonato a sé stesso dove vivevano, come ricorda Raffaele Schettino nel suo libro, un migliaio di contadini, vessati dai briganti e, per un altro verso, dalla malaria. Ho fatto riferimento al 1872. Nell’ottobre di quell’anno, il giovane avvocato Bartolo Longo giunse nella Valle per amministrare i beni di una nobildonna pugliese, la Contessa Marianna Farnararo, vedova del Conte De Fusco. Da allora la storia di questa terra cambiò radicalmente.
Il Fondatore non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare quello che sarebbe successo in seguito». Il Sindaco Carmine Lo Sapio ha voluto ringraziare «dirigenti scolastici e docenti» e li ha esortati a promuovere «nelle scuole la nostra storia, una grande storia che non ha precedenti se guardiamo altrove. Le Opere di oggi sono quelle create a suo tempo dal Beato». Il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha ricordato la propria esperienza personale: «Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dove c’era un profondo culto della Madonna di Pompei, che è il culto dell’area vesuviana. La Madonna di Pompei non è patrimonio solo di Pompei, ma di una comunità molto più ampia. (...) Il messaggio che viene dall’opera di Bartolo Longo e che è ancora estremamente contemporaneo è come la fede sia uno strumento straordinario di welfare, di recupero delle persone, di aiuto dei più fragili. Se uno vuole fare una fotografia della dottrina sociale della Chiesa racconta la storia di Bartolo Longo».
«Mi è nel cuore non solo la Pompei del grande Parco Archeologico, eccellenza del mio Ministero – ha evidenziato il Ministro Sangiuliano – ma anche la Pompei delle persone e dell’impegno umano. C’è un dovere della memoria di una storia ben determinata. Dobbiamo avere una memoria collettiva, che è certamente la memoria delle pietre, per citare Giacomo Leopardi. La nostra storia è fatta anche dall’opera delle persone, per questo è importante la scelta della persone possano cambiare la storia, la condizione
Condizione personale e collettiva. Un singolo individuo, se crede in quello che fa, può cambiare la storia e la fondazione della Nuova Pompei lo dimostra. Oggi Pompei è una città che vive una condizione felice, che registra numeri importanti ogni anno, tra il Parco Archeologico e il Santuario, e che può rappresentare un esempio per tutti. (…) L’immagine più bella che porterò con me è quella dei bambini che vivono qui, che ho incontrato, e che, se potranno costruire un loro futuro, lo devono all’opera iniziata da Bartolo Longo, all’onda lunga della sua azione cominciata oltre un secolo fa». Parlando poi del ruolo della stampa, l’autore Raffale Schettino ha osservato che «Bartolo Longo ha capito ciò che molti politici oggi non capiscono.
L’importanza dell’informazione e della carta stampata. Il giornalismo è una delle professioni più belle del mondo, che per noi, da piccoli, rappresentava un sogno, ma che oggi non lo è più, a causa di una narrazione sbagliata. Oggi le aziende editoriali vivono una situazione difficile, ma tutelare il pluralismo dell’informazione è un dovere sacrosanto dello Stato.

(…) L’informazione dovrebbe essere, come noi facciamo in piccolo, un patrimonio dei lettori e del territorio. L’intuizione di Longo di portare Pompei in ogni angolo del mondo, attraverso la carta stampata e l’informazione, è stata una grandissima intuizione».

*Pompei, la luce elettrica

Prefazione di Mons. Francesco Saverio Toppi - Arcivescovo di Pompei
(di: Mario Rosario Avellino, Pompei. La luce elettrica, Pompei 1992, s.i.p.)

Questo testo scritto dal nostro amico e collaboratore del Santuario prof. Mario Rosario Avellino, oltre a rappresentare un capitolo di storia pompeiana, costituisce un tangibile segno di gratitudine verso il nostro Beato Bartolo Longo.
È una ricerca che evidenzia l’aspetto apparentemente recondito dello spirito costruttivo del Fondatore di Pompei. Quello del credente che riesce a coniugare insieme le istanze religiose con quelle sociali e quelle del progresso scientifico.
Un percorso vivo e vivace, dove le due dimensioni fondamentali: Religione e Civiltà, sono realtà
tra loro interdipendenti e integrate, e puntualmente espresse nella costruzione di quello straordinario monumento alla fede che è il Santuario e le Opere di Carità di Pompei.

Ci piace attingere alla stessa fonte di notizie cui l’Autore si è ispirato: "La Religione, integrando il rapporto logico ed ontologico della creatura con il Creatore, crea, col culto, l’Arte, la Scienza e la Beneficenza" (Bartolo Longo).
Una frase che sintetizza tutto lo scopo della ricerca e ci consente di capire quali siano state le strade percorse dal Fondatore per giungere al successo di tutte le imprese da lui realizzate.
Questo lavoro, rappresenta, dunque, un contributo che migliora la conoscenza della personalità del Beato Bartolo Longo specie sotto il profilo socio-umanitario e ci stimola a maturare quelle scelte che devono accompagnare il cammino di ogni uomo di fede.
Dobbiamo essere grati all’Autore per aver ideato e portato a termine questo studio tanto bello e prezioso.
Accuratamente documentato e amorosamente vivacizzato di un entusiasmo contagioso per l’opera geniale del nostro Fondatore, esso ci riporta alle radici e ci tuffa nella temperie incantata delle origini della Nuova Pompei. Leggerlo è un vero piacere e un arricchimento dello spirito.
Grazie di cuore, carissimo amico prof. Mario Rosario Avellino!

Pompei - Il Campanile Monumentale

(di: Nicola Avellino)

Ricostruita la storia del Campanile di Pompei
La lista degli omaggi resi al Fondatore di Pompei, il beato Bartolo Longo, nell’anno 1996 a lui particolarmente dedicato si è arricchita ulteriormente per la pubblicazione del volume “Pompei – Il Campanile Monumentale”.
L’Autore è il medico Nicola Avellino, già noto per il suo impegno professionale e quello di ricercatore di “Storia Patria”.
Dieci anni di ricerca hanno prodotto questo poderoso volume di oltre 500 pagine che non è
certamente facile condensare in questa presentazione. E va subito chiarito che nella storia del Campanile si inseriscono tante altre storie di personaggi, architetti, artisti, operai così che, a compimento della lettura, si ha una sintesi della Storia del Santuario di quell’epoca insieme a succose biografie dei varie personalità e famiglie.
È stata notata la mancanza dell’indice dei nomi, ma gli oltre 80 capitoli ne fanno di questo volume una specie di Enciclopedia sul Santuario. Si comprende, per esempio, il perché della dedica del Campanile al S. Cuore di Gesù (foto di copertina e pagine da 13 a 34 e dal 359 a 382); viene raccontata la storia del campanile: dal recupero del materiale dei cannoni fino alla fusione avvenuta eccezionalmente a Pompei ad opera della ditta Marinelli di Agnone ed alla loro solenne benedizione (pagine da 427 a 478).
La presentazione del volume avvenne il 15 marzo nella festosa cornice del teatro “Mattiello” richiamando circa quattrocento cittadini insieme ad alcuni parenti e discendenti di artefici dell’opera. Era presente il Dr. Franco Gallo, Vice Sindaco, in rappresentanza del Comune. La doverosa iniziativa del Santuario fu sostenuta dalla partecipazione dei due Lions club cittadini.
Dopo il saluto di S.E. Mons. Francesco Saverio Toppi, Prelato del Santuario di Pompei, prese la parola P. Caroli, francescano, per delineare la figura di cristiano, impegnato nella professione e nella carità, dell’Architetto A. Leonori, progettista del Campanile.
L’Avv. Maurizio De Tilla, vice governatore del Distretto 108 YA Lions, delineò “il progetto” di coesistenza e sviluppo delle due Città che debbono sempre più “mirare all’unità, in quanto
ambedue espressioni dello stesso piano provvidenziale”.
La professoressa Antonia Lezza, dell’Università di Napoli, sottolineò alcune pregevoli caratteristiche della struttura dell’opera, in primo luogo l’amore dell’Autore Nicola Avellino per la propria Città ed il suo servizio culturale ai pellegrini che accorrono numerosi al Santuario e che, pur salendo sulla balconata-belvedere del Campanile, poco sanno della storia della sua costruzione.
Mi piace chiudere questa veloce cronaca con le congratulazioni all’Autore di un sacerdote-amico, Mons. Baldassarre Cuomo, Vicario Generale della Prelatura: <<Una passione ti “ha afferrato” e ti ha coinvolto totalmente, non da adesso, lo so bene: ti ha “costretto” a “saltare”, se non sempre fisicamente, di sicuro con il telefono e lo scritto, di città in città, anche al di là dei nostri confini, cercando, cercando, costantemente cercando.
Ti ammiro sia per il lavoro che merita ogni plauso, sia pensando che la tua attività di medico non ti concedeva gran che di tempo e di calma per la ricerca. Complimenti! Il nostro Bartolo Longo ti riconoscerà un grande merito dal paradiso>>.

(Pietro Caggiano)

*Pompei - Il Monumento alla carità

(di: Luigi Avellino)

Dalla presentazione al volume di Luigi Avellino, Pompei. Il monumento alla carità, a cura dell'Associazione ex alunni Opere Pompeiane, Pompei 1992.
Stiamo celebrando il centenario dell’Istituto "Bartolo Longo", fondato per i figli dei carcerati.
Fervono le iniziative per riprendere e approfondire il discorso del Fondatore, sul contesto storico-ambientale dell’istituzione, sulle linee religiose e pedagogiche che la suscitarono e l’animarono dal di dentro.
Il tema è complesso ed è suscettibile di studi che portano lontano.
Ma se qualcuno mi chiedesse di sapere semplicemente qual è in sostanza il contenuto delle
celebrazioni, qual è il messaggio che si intende attualizzare, non saprei indicare e raccomandare di meglio che questo lavoro del carissimo Professore Luigi Avellino.
Quasi una cronaca, piana, scorrevole, senza pretese letterarie o scientifiche, destinata specialmente ai giovani, finalizzata alla conoscenza dell’opera geniale, unica in quel tempo, originale e, pertanto molto concentrata. Il pregio più valido sta nel far parlare innanzitutto il fondatore, Bartolo Longo.
Le citazioni abbondanti dei suoi scritti costituiscono l’intelaiatura del libro lo fanno vibrare del suo entusiasmo travolgente, della sua granitica resistenza contro le molteplici difficoltà, affrontate e superate con la forza di un evidente carisma soprannaturale.
L’Autore è in piena sintonia col pensiero e col cuore di Bartolo Longo, ne condivide l’ideale di educatore e l’impegno appassionato per la formazione dei giovani.
Attraverso le pagine di questo suo libro egli ricostruisce lo splendido "monumento alla carità", evidenziandone le solide basi pedagogiche: la preghiera, il lavoro, la musica, la ginnastica, tutte fondate sulla metodologia principe ed irresistibile dell’amore.
È il messaggio perennemente attuale della Famiglia Pompeiana, operante all’ombra della Vergine del Rosario!

(Autore: Francesco Saverio Toppi – Arcivescovo Prelato)

*Pompei, la fondazione della Nuova Città

È questo il titolo del libro che il giornalista Raffaele Schettino, direttore del quotidiano “Metropolis”, ha dedicato alla storia della Nuova Pompei, fondata da Bartolo Longo. Nel corso della presentazione, tenutasi il 28 novembre nel Teatro Di Costanzo-Mattiello, l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, ha ripercorso le tappe fondamentali dell’opera del Beato a Valle di Pompei. Alla serata sono intervenuti l’Onorevole Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura; il Sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio; il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Nella serata di giovedì 28 novembre, al Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, alla presenza dell’Onorevole Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, è stato presentato il volume “Pompei, la fondazione della Nuova Città”, opera del giornalista Raffaele Schettino, direttore del quotidiano “Metropolis”.
È stata l’occasione per approfondire la figura del Beato Bartolo Longo, analizzata sotto l’aspetto non solo religioso, ma anche civile e sociale. «Pompei – ha rimarcato l’Arcivescovo Monsignor Tommaso Caputo, nel suo intervento – è una Città speciale soprattutto perché, fino al 1872, tutto quello che vediamo oggi nella Nuova Pompei, anche questo splendido Teatro, ma penso al Santuario, alle case operaie che oggi ospitano le comunità familiari che si dedicano all’accoglienza nel “Centro per il bambino e la famiglia Giovanni Paolo II”, agli edifici dei Centri educativi “Bartolo Longo” e “Beata Vergine”, non esisteva. A ben vedere non esisteva nulla che potesse far pensare ad una città moderna.
Valle di Pompei non era altro che un territorio abbandonato a sé stesso dove vivevano, come ricorda Raffaele Schettino nel suo libro, un migliaio di contadini, vessati dai briganti e, per un altro verso, dalla malaria. Ho fatto riferimento al 1872. Nell’ottobre di quell’anno, il giovane avvocato Bartolo Longo giunse nella Valle per amministrare i beni di una nobildonna pugliese, la Contessa Marianna Farnararo, vedova del Conte De Fusco. Da allora la storia di questa terra cambiò radicalmente. Il Fondatore non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare quello che sarebbe successo in seguito». Il Sindaco Carmine Lo Sapio ha voluto ringraziare «dirigenti scolastici e docenti» e li ha esortati a promuovere «nelle scuole la nostra storia, una grande storia che non ha precedenti se guardiamo altrove. Le Opere di oggi sono quelle create a suo tempo dal Beato».
Il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha ricordato la propria esperienza personale: «Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dove c’era un profondo culto della Madonna di Pompei, che è il culto dell’area vesuviana. La Madonna di Pompei non è patrimonio solo di Pompei, ma di una comunità molto più ampia. Il messaggio che viene dall’opera di Bartolo Longo e che è ancora estremamente contemporaneo è come la fede sia uno strumento straordinario di welfare, di recupero delle persone, di aiuto dei più fragili. Se uno vuole fare una fotografia della dottrina sociale della Chiesa racconta la storia di Bartolo Longo».
«Mi è nel cuore non solo la Pompei del grande Parco Archeologico, eccellenza del mio Ministero – ha evidenziato il Ministro Sangiuliano – ma anche la Pompei delle persone e dell’impegno umano.
C’è un dovere della memoria di una storia ben determinata. Dobbiamo avere una memoria collettiva, che è certamente la memoria delle pietre, per citare Giacomo Leopardi. La nostra storia è fatta anche dall’opera delle persone, per questo è importante la scelta della figura di Bartolo Longo che dimostra come le persone possano cambiare la storia, la condizione personale e collettiva. Un singolo individuo, se crede in quello che fa, può cambiare la storia e la fondazione della Nuova Pompei lo dimostra.
Oggi Pompei è una città che vive una condizione felice, che registra numeri importanti ogni anno, tra il Parco Archeologico e il Santuario, e che può rappresentare un esempio per tutti. L’immagine più bella che porterò con me è quella dei bambini che vivono qui, che ho incontrato, e che, se potranno costruire un loro futuro, lo devono all’opera iniziata da Bartolo Longo, all’onda lunga della sua azione cominciata oltre un secolo fa». Parlando poi del ruolo della stampa, l’autore Raffale Schettino ha osservato che «Bartolo Longo ha capito ciò che molti politici oggi non capiscono.
L’importanza dell’informazione e della carta stampata. Il giornalismo è una delle professioni più belle del mondo, che per noi, da piccoli, rappresentava un sogno, ma che oggi non lo è più, a causa di una narrazione sbagliata. Oggi le aziende editoriali vivono una situazione difficile, ma tutelare il pluralismo dell’informazione è un dovere sacrosanto dello Stato. L’informazione dovrebbe essere, come noi facciamo in piccolo, un patrimonio dei lettori e del territorio. L’intuizione di Longo di portare Pompei in ogni angolo del mondo, attraverso la carta stampata e l’informazione, è stata una grandissima intuizione».

(Autore: Di Domenico Lauria)

*Pompei - Il Monumento alla Pace Universale
La Facciata del Santuario. Dalle epigrafi, la storia
Associazione Bartolo Longo per gli studi della vita religiosa e della pietà nel Mezzogiorno - Pompei
"Guardando il Santuario, mi sono chiesto il significato di certe scritte, ho provato a dare una
risposta (non sempre attendibile) o, anche, troppo personale, fino a quando non ho deciso di affrontare l’argomento e scendere nei particolari.
Lo spunto mi è stato dato dalla festa centenaria della Facciata, monumento inneggiante la Pace Universale; e così mi è sembrato opportuno, affascinante e piacevole, nello stesso tempo, affrontare l’arduo lavoro di lettura delle epigrafi che sono apposte o scolpite sulle superfici più esterne della Facciata del Tempio di Pompei".
In uno scenario mondiale, reso instabile da equilibri precari e da conflitti regionali, non ultimo quello tra Israeliani e Palestinesi, e dove le ragioni della pace sembrano appartenere ad un mondo sempre più utopico, il testo del prof. Mario Rosario Avellino e di questo gliene siamo grati – rivela non solo un tema caro alla storia di Pompei, ma ne riafferma l’attualità rilanciando l’impegno della città mariana a favore della Pace Universale sulle orme del Fondatore, l’Avvocato Bartolo Longo.
D’altra parte anche nel Convegno Ecclesiale della Chiesa pompeiana svoltosi nel settembre del 2001 e nella successiva Lettera Pastorale scritta dall’Arcivescovo. Mons. Domenico Sorrentino, l’impegno per
la Pace è stato riproposto come uno dei percorsi che deve caratterizzare, in forme nuove ed attuali, l’impegno del Santuario nel terzo millennio.
Ed ora, lasciamoci contagiare dall’entusiasmo del Longo rileggendo le parole conclusive del suo discorso per lo scoprimento della Facciata: "…
Ma io vi invito a levare più in alto il vostro sguardo… e voi vedrete la Immagine della Regina del Rosario… bianca come la Pace, serena come l’iride della Pace, dolce come una visione di Pace, che stringendo con la destra il suo Figliolo Gesù, fondamento di ogni sua onnipotenza, vi invita al suo Santuario. Con la sinistra vi porge l’arma della Pace che soggioga il mondo, il Rosario, arma di fratellanza, unione dei
cuori, amore che conquista il mondo.
Essa è bianca sul fondo azzurro del cielo; ai suoi piedi è scolpito un motto che raccoglie tutto il concetto dell’Opera Pompeiana: è la parola Pace-Pax.
Ed è questo lo scudo del Santuario Pompeiano: Vergine bianca in campo azzurro ed ai piedi il motto Pax.
E questo sia lo scudo delle vostra famiglie; questo sia lo scudo e lo stemma di tutte le città italiane e di tutte le nazioni civili… sia lo scudo e lo stemma del Secolo Vigesimo… uno il grido dei vostri cuori, uno lo slancio del vostro entusiasmo: Viva la vergine di Pompei! Viva la Paciera dei popoli! Viva la Pace Universale! ...".
Valle di Pompei 1901 - Pontificio Santuario di Pompei 2001
(di: Mario Rosario Avellino)

*Pompei Pagana e Cristiana
Pompei pagana e Pompei cristiana presenta nella prima parte la religiosità della Pompei romana.
I templi alle varie divinità e la Villa dei Misteri evidenziano una forte connessione tra religione e vita fino ad ispirare, la prima, l’urbanistica della città.
A 1800 anni di distanza (chi avrebbe potuto immaginare tale piano provvidenziale?)
sorge la Nuova Pompei che si costruisce intorno al Santuario Mariano: dove il nesso religione-vita è il cuore stesso dell’esistenza della Città che diventa, a sua volta, per gli altri “cittadella Mariana”.
La cassetta è disponibile in italiano ed in inglese nei sistemi PAL e NTSC.
Costa Lit. 40.000 (+ 3.000 di spese postali)

*Pompei - Segni di antiche memorie
(di: Avellino Nicola e Avellino Luigi) Pompei, Natale 1990
“Avellino Nicola, Avellino Luigi, Pompei. Segni di antiche memorie. Pompei, Natale 1990.pp.136 + 16 tavole. S.i.P.”

Ogni città, a seconda del suo sviluppo urbano, può essere paragonata ad un mosaico di piccole e grandi proporzioni, dove le tessere che lo compongono fungono da casseforti di preziose memorie che salvano dall’oblìo e dall’indifferenza valori, insegnamenti, patrimoni culturali, religiosi ed artistici, che insieme costituiscono la trama essenziale della storia di ognuna.
Appunto la ricerca di ogni tessera, per recuperarne appieno la memoria, caratterizza l’indagine storica nel complesso ma prezioso mosaico della cittadina mariana di Pompei da parte degli Autori, i fratelli Avellino.

Questa volta tocca al Dr. Nicola e al Prof. Luigi presentarci uno spaccato di storia pompeiana risalente ai primi decenni del secondo millennio dell’era cristiana. “Pompei. Segni di antiche memorie” è, infatti, la ricostruzione più attendibile, almeno per le fonti consultate, della storia del tempietto dedicato alla Madonna delle Grazie e a Sant’Abbondio nel quartiere che da quest’ultimo prende il nome. Risulta così che la storia cristiana di Pompei ha origini antiche (circa un millennio, se non di più), almeno relativamente ai centri di culto (il tempietto di cui parlavamo e la chiesetta parrocchiale del SS. Salvatore) la cui esistenza è chiaramente documentata.

Avviene, poi, che l’uomo della Provvidenza, l’Avv. Bartolo Longo, mandato a Pompei per dare concretezza al grandioso progetto di Dio su questa terra, che tutto il mondo conosce, è stato anche colui che ha ricostruito, circa un secolo fa, a poca distanza dai ruderi del primitivo tempio, un centro di culto per gli abitanti ad esso più prossimi. Gli eventi s’intrecciano sempre in un modo fuori dall’ordinario quando la presenza di Dio sembra assumere toni più significativi e tangibili!

Non ci riferiamo, ovviamente, solo alla dimensione religiosa e spirituale del fatto, ma anche all’impulso sociale ed urbano che il ripristinato centro di culto ha ridato al quartiere di S. Abbondio. Un quartiere che negli ultimi decenni si è densamente popolato ed arricchito di nuove strutture abitative, della sede del nuovo Seminario, sorto in prossimità del tempietto, e della nuova sede provvisoria parrocchiale di S. Giuseppe, comunità quest’ultima che non mancherà di far sentire la sua funzione aggregativa per tutti gli abitanti della zona.
Anche questa volta, pertanto, come in altre del recente passato, non possiamo esimerci dall’esprimere un plauso agli Autori per la loro nuova fatica editoriale.
Gli “Avellino”, infatti, al di là dell’impegno di studio profuso per la ricerca, meritano un elogio particolare per l’amore che li lega a Pompei.

*Pompei splendori di ieri miserie di oggi

(di: Luigi Avellino)

La copertina è la sintesi pittorica del contenuto del libro.
Un teatro.
L'elegante sipario e lo sfolgorio di luci sono segni di splendore, di vita attiva, di progresso, di partecipazione: il fiorire delle Opere religiose e civili volute e realizzate da Bartolo Longo e continuate dai primi Amministratori del nuovo Comune.
In evidente, netta contrapposizione il modesto Teatrino della guaratelle dove gli attori, manovrati dal burattinaio, perdono la loro identità.
Assiste allo spettacolo un popolino apatico, indifferente che non ha saputo, né ha voluto continuare a tenere in vita, arricchendo il vasto patrimonio ereditato.

*Pompei, Storia del Santuario dalle origini al 1879

(di: Bartolo Longo)

Edizioni Santuario di Pompei pp. 394, Euro 10,00

Leggere questo libro è come fare un viaggio, un viaggio che rende forti. È come se la volontà di Dio dischiudesse continui sipari sul cammino di Bartolo Longo, quasi incredulo di quanto realizzato.
Camminava e scopriva pian piano quello che Dio gli riservava per il futuro. Il Santuario e le Opere sociali sono sì fondate da un uomo, ma la mano della Provvidenza, che tutto benedice per intercessione della Madonna, l’Onnipotente per grazia, è così evidente da rendersi quasi tangibile, plastica, visibile agli occhi. È un libro che ci fa capire come Dio tenga ben saldo tra le mani il timone della storia.

Un testo prezioso, non solo perché scritto in prima persona dall’Avvocato Bartolo Longo, con prosa elegante ed empatia umana, che emergono da ogni pagina, ma anche perché è un vero e proprio affresco storico di un’epoca.
Nel volume, tornato in stampa a fine 2020 in una nuova edizione dall’elegante veste grafica, arricchita da foto d’epoca, note dell’autore e note redazionali, il Beato racconta gli albori della Nuova Pompei. È un percorso avvincente, ricco di particolari curiosi, emozionante, tutto intriso di speranza, fede, carità.

*Pompei vite di uomini: Ludovico Pepe

Marius Editore, Pompei 2003 - s.i.p.

Ecco una modesta contribuzione alla storia importante di tutta la valle del Sarno.  
É la storia del Casale di Valle, o, almeno, la raccolta dei documenti, in gran parte inediti, che possono servire alla storia.
Grazie al dr. Nicola Avellino, ritorna in primo piano la figura di Ludovico Pepe, storico, primo direttore della tipografia fondata nel 1884 da Bartolo Longo, pugliese di Ostuni, a Pompei solo per pochi anni, dal 1884 al 1890.
Il volume è stato presentato il 10 maggio scorso, presso il salone delle conferenze della "Casa del Pellegrino" alla presenza del Delegato Pontificio per il Santuario, Mons. Domenico Sorrentino, accompagnato da alcuni suoi collaboratori, di numerosi rappresentanti della cultura locale, di familiari del Pepe e di un folto pubblico di pompeiani.
Il giovane editore, dr. Polisto Amitrano, ha introdotto gli interventi del prof. Carlo Iondolo, "La storia del territorio radice della nostra cultura", e della prof.ssa Antonia Lezza, "Tra letteratura e storia delle idee", mentre l’Autore ha curato la proiezione e il commento di immagini storiche e il dr. Filippo Mascolo ha eseguito brani musicali del tempo.
Con questo lavoro, il Dr. Avellino ha voluto realizzare una raccolta di memorie a completamento degli Atti del Convegno storico organizzato dal Comune di Ostini per celebrare il centenario (1901-2001) della morte del Pepe avvenuta a Monopoli il 21 novembre 1901 ed offrire in omaggio augurale alla città di Pompei, in occasione del 75° anniversario della costituzione del Comune (29 marzo 1928), un piccolo, ma significativo, segmento della storia pompeiana, sul finire del XIX secolo, relativo ad un
protagonista singolare della costituenda città di Bartolo Longo e alla straordinaria, per professionalità e realizzazioni grafiche, produzione della tipografia da lui diretta.
Nell’introduzione, egli lamenta una carenza di documenti, quasi inspiegabile, e le notizie piuttosto scarne e frammentarie dell’Archivio Storico Bartolo Longo riguardo al Pepe, giustificando così l’uso abbondante e preferenziale delle immagini del tempo come sicura e preziosa prova documentaria.
Ciò, tuttavia, non gli impedisce di far emergere, vicino al Longo, protagonista assoluto della vicenda pompeiana, la figura di un coprotagonista, il Pepe, anch’egli filantropo, promotore di cultura (stampa a proprie spese le "Memorie storiche dell’Antica Valle di Pompei", 1887), acuto studioso di storia e di archeologia, fine ed esperto direttore tipografico, che nel suo breve soggiorno a Valle di Pompei visse probabilmente il periodo più esaltante della sua non lunga esistenza.

(di: Nicola Avellino)

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